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Distaccarsi dalle aspettative

Pubblicato su Aprile 4, 2014 di Francesco Pirani

“Ci sono rimasto malissimo, da lui proprio non me lo aspettavo”. Quante volte abbiamo detto o sentiamo dire da qualcuno queste parole? Tutto ciò evidenzia una mancanza di consapevolezza enorme in quanto non solo filtriamo ogni situazione attraverso la nostra scala di valori (che spesso non è nostra ma l’abbiamo ereditata inconsciamente dalla nostra famiglia) ma addirittura abbiamo la pretesa che tutti applichino la medesima e restiamo delusi/stupiti se non lo fanno: se qualcuno “ci delude” il problema è nostro, non suo

Gautam budhha- a sign of peace! di Abizek

Gautam budhha- a sign of peace! di Abizek

Ecco uno dei più grossi ostacoli alla nostra crescita: le aspettative. Esse rappresentano spesso l’impedimento più gravoso che ci separa dalla consapevolezza e ci mantiene in uno stato di perenne infantilità spirituale e schiavitù emotiva. Avere aspettative dalle altre persone significa mettere nelle mani di qualcun’altro la responsabilità di ciò che succede nel nostro “spazio interiore” e diventare dipendenti dalle scelte altrui.

Dipendenza da aspettative, ovvero grave inconsapevolezza

Avere aspettative denuncia un bassissimo livello di consapevolezza in quanto non ci rendiamo conto che il nostro sistema di riferimento (credenze, bisogni, valori) non è un metro di giudizio universale e non è per nulla assoluto. Ciò che noi reputiamo un valore imprescindibile ad esempio (siccome cosi ci è stato insegnato dalla nostra famiglia) per un’altra persona può essere un gravoso fardello a cui opporsi o semplicemente non un valore ritenuto poi così importante. Ti faccio un esempio. Organizzi un’uscita con un tuo amico che non vedi da un po’, torni da lavoro, ti prepari in fretta e furia per uscire e mezz’oretta prima dell’appuntamento ti chiama chiedendoti scusa e dicendoti che si era dimenticato del corso di “Military Fitness” in palestra: è molto dispiaciuto e ti chiede di rimandare alla settimana prossima. Tu dici che non c’è problema ma in cuor tuo sei molto deluso ed irritato “Bhe scusa doveva uscire con me, non può saltare il corso per una volta?Io ho rinunciato ad altri impegni per uscire stasera con lui e lui mi tira il pacco all’ultimo, è veramente un maleducato…la prossima volta col cavolo che ci esco”. Non puoi negare che la reazione istintiva sarebbe circa questa che ti ho appena descritto, ed è abbastanza “normale” che sia così. La maggior parte delle persone si ferma a questa reazione automatica e non va oltre purtroppo, ma Dio ci ha dato una mente per pensare fortunatamente.

Valori e bisogni diversi

In questo caso nessuno ha torto e nessuno ha ragione, semplicemente il tuo amico ha fatto scelte in base ad altre scale di valori. Mentre per te l’amicizia è al primo posto e viene prima di ogni altra cosa, per lui forse è la salute psico/fisica al primo gradino del podio e la birra con gli amici viene solo al secondo posto. Oppure mentre i tuoi genitori ti hanno insegnato che non mantenere fede alla parola data rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti delle altre persone, il tuo amico forse non ha avuto i medesimi esempi positivi in famiglia. Nulla da eccepire, una semplice asimmetria di valori.

Certo nessuno vieta di fargli presente le tue rimostranze ma sempre se ciò viene fatto con finalità costruttiva, al fine di cercare di rendere il tuo amico cosciente di un atteggiamento egoista e irrispettoso (a tuo parere), per aiutarlo a migliorare (a tuo parere) il tutto senza rabbia e senza rancore alcuno.

Il filtro dei condizionamenti mentali

Mentre noi non ci rendiamo nemmeno conto di avere questa gerarchia di condizionamenti e pretendiamo che tutti si comportino esattamente come ci comporteremmo noi in quella medesima situazione, e quando non lo fanno ecco lanciare in automatico la delusione, la rabbia ed il risentimento. Quando permettiamo che il comportamento di un’altra persona ci induca in stati d’animo negativi significa che non siamo liberi, non siamo padroni del nostro mondo interiore, che siamo delle vittime in balìa delle bizze di qualcun’altro. Non avere aspettative significa accettare gli altri per quello che sono, lasciarli liberi di comportarsi come meglio credono in quel frangente, avendo ben chiaro che il loro comportamento è frutto del contesto famigliare/culturale/ sociale nel quale sono cresciuti e che se noi stessi avessimo avuto condizionamenti simili quasi sicuramente ricorreremmo a schemi di comportamento del tutto similari.

Aspettative sì, ma solo da se stessi

Nel momento in cui hai compreso ed interiorizzato questo concetto, diventi automaticamente padrone di te stesso e delle situazioni che vivi, comprendi che tu sei l’unica persona da cui avere aspettative e ti assumi la responsabilità delle circostanze in cui ti trovi ad agire per il 100% (non per una percentuale inferiore, delegando i restanti punti percentuali al caso, agli altri e alla sorte)

Augurati sempre il meglio, per te e per gli “altri”

Questo concetto del non avere aspettative, è purtroppo spesso associato all’atteggiamento di una persona disillusa e sempre più frequentemente viene reiterato fino a diventare un “programma” inconscio del tipo “Il mondo è uno schifo, sono tutti stronzi e falsi, non aspettarti nulla da nessuno”, ma questo non ha nulla a che vedere con ciò che ti sto presentando io. Augurati sempre il meglio, augurati che gli altri ti rispettino e ti siano di aiuto (per essere sicuro che ciò accada fallo tu per primo) ma qualora ciò non succedesse, resta presente a te stesso, resta vigile sull’emozione negativa, osservala e comprendine l’origine: semplice differenza di “visione”.


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Francesco Pirani

Nasco in provincia di Ferrara a metà degli anni ottanta Conseguita la maturità scientifica nel Liceo del paese, mi laureo in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Ferrara e mi specializzo in Servizio Sociale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente lavoro nel supporto ai cittadini extracomunitari e nel sostegno scolastico. Durante la tarda adolescenza, a seguito di un periodo di intensa sofferenza interiore, qualcosa in me cambia, il mio intero senso di identità viene meno per lasciare posto a qualcos'altro. Da qui inizia un altro viaggio. Incomincio ad appassionarmi di filosofia orientale, yoga, alimentazione ed igienismo naturale, spiritualità, life coaching e wellness.
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