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Grano: se lo conosci lo eviti

Pubblicato su Ottobre 13, 2015 di Francesco Pirani

Crackers, biscotti, panini, pasta, pizza, snack, e chi più ne ha più ne metta. Il grano è ovunque, ed è senza ombra di dubbio uno degli alimenti più consumati a livello globale, soprattutto nei Paesi occidentali. Cosa può esserci di così malvagio in un alimento che Madre Terra ci offre così generosamente ed in abbondanza? Come può farci male un cibo così naturale? Purtroppo, indagando a fondo, si scopre che questo grano non ha nulla di naturale, ma è il “mostro finale”, risultato di numerosi anni di ingegneria genetica ed esperimenti botanici.

Wheat - Spighe di grano

Wheat – Spighe di grano di Luigi

Storia del grano in breve

L’antenato del nostro grano moderno era il Triticum Monococcum, anche conosciuto come farro piccolo, con un corredo genetico di 14 cromosomi. All’incirca nel 3000 a.c. Questa pianta si è naturalmente incrociata con l’Aegilos Speltoides, dando vita al Triticum Dicoccum, o farro medio, avente un corredo genetico di 28 cromosomi. Successivamente questo farro medio si è naturalmente incrociato con il Triticum Taushii, dando vita al Tricticum Aestivum, avente un corredo genetico di 42 cromosomi.

Inizio delle modificazioni genetiche

Questa varietà di grano è rimasta pressochè immutata fino agli anni venti del 900, quando è finita fra le grinfie dell’industria agroalimentare la quale, per interessi prettamente economici, volle apportare “migliorie” genetiche al fine di aumentarne la resa. Così sono state create piante con grani “nudi” attaccati direttamente allo stelo, con spighe molto basse 30/60 cm, per fare in modo di facilitarne la trebbiatura e ridurre i tempi di maturazione, così da utilizzare meno fertilizzante. Questi vari esperimenti si sono conclusi attorno al 1970 quando il padre del grano moderno, Norman Borlaug diede vita al mostro che oggi invade le tavole di mezzo mondo.

Dipendenza da glutine e celiachia

Questa nuova varietà di grano contiene 14 nuove proteine del glutine, non presenti nelle piante originarie. Il glutine aumenta di molto la viscoelasticità nell’impasto dela farina ed inoltre facilita la lievitazione dei prodotti da forno. Il problema di questa proteina è che una volta ingerita, viene scomposta in polipeptidi che sono in grado di superare la barriera ematoencefalica e legarsi ai recettori della morfina. Numerosi studi scientifici hanno quindi dimostrato chiaramente che il grano moderno si comporta esattamente come una droga qualsiasi, con tanto di crisi di astinenza se non se ne consuma e senso di piacere dopo l’ingestione, a causa di composti chiamati esorfine (endorfine esogene), o gluteomorfine. Provate a stare qualche giorno senza grano e capirete a cosa mi riferisco. Inoltre il boom della celiachia è con ogni probabilità causato dal fatto che ci troviamo a dover processare un cibo totalmente nuovo e del tutto sconosciuto al nostro sistema immunitario, oltre ad essere una bomba di glutine.

Obesità, insulino-resistenza e diabete

Il grano è un potente stimolante dell’appetito, ecco perché una fetta di torta tira l’altra! Il grano è un “supercarboidrato” o amido complesso (composto da polimeri di zucchero semplice ovvero catene di glucosio) di cui il 75% sono amilopectine ( catene ramificate di unità di glucosio). Esistono vari tipi di amilopectine ed il grano, purtroppo, contiene il peggiore, ovvero amilopectina A, quella più digeribile e che fa aumentare immediatamente la glicemia, il livello di glucosio nel sangue. Più glucosio, significa più insulina, il che comporta accumulo di grasso viscerale. Grasso viscerale significa infiammazione, insulino-resistenza e, dulcis in fundo, diabete: una delle patologie più diffuse del mondo occidentale. I medici consigliano ai malati di ridurre lo zucchero bianco, senza sapere che il pane integrale ha un indice glicemico di 72, il pane bianco 59 e lo zucchero da cucina “appena” 52, proibiscono loro di consumare frutta, senza sapere che essa contiene amilopectina di tipo B, quindi più lentamente assorbibile e meno influente sull’innalzare il livello di glicemia, rispetto all’impatto devastante del grano.

Il grano, un veleno per la nostra salute

Celiachia, diabete, obesità, acidosi, invecchiamento precoce, queste sono solo alcune delle conseguenze distruttive che questo mostro della genetica sta producendo a milioni di persone nel mondo: il grano, se lo conosci lo eviti.

Consigli di lettura: “La dieta zero grano” Dr. William Davis, Mondadori, Milano, 2014

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Francesco Pirani

Nasco in provincia di Ferrara a metà degli anni ottanta Conseguita la maturità scientifica nel Liceo del paese, mi laureo in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Ferrara e mi specializzo in Servizio Sociale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente lavoro nel supporto ai cittadini extracomunitari e nel sostegno scolastico. Durante la tarda adolescenza, a seguito di un periodo di intensa sofferenza interiore, qualcosa in me cambia, il mio intero senso di identità viene meno per lasciare posto a qualcos'altro. Da qui inizia un altro viaggio. Incomincio ad appassionarmi di filosofia orientale, yoga, alimentazione ed igienismo naturale, spiritualità, life coaching e wellness.
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